Carne industriale sotto inchiesta

Oggi leggo sulla newsletter de Il fatto alimentare troppi titoli che mi aprono gli occhi su quanto sia poco sano mangiare carne industriale e processata per tutti i trattamenti che subisce:

  1. Listeria: nessuna correlazione tra gli ultimi due decessi e i würstel contaminati, che fa riferimento ai würstel prodotti dall’Agricola Tre Valli che sono stati collegati dalle autorità sanitarie a tre morti e 71 ospedalizzazioni in due anni, causate dal consumo senza la preventiva cottura, come indicato sulle etichette.
  2. Le nanoplastiche possono risalire la catena alimentare dalle piante ai pesci

  3. Listeria, richiamato anche il prosciutto cotto alta qualità di Penny Market
  4. Listeria, richiamati altri lotti di porchetta di Ariccia. Segnalati anche pesto di finocchietto e mandorle fritte.
    So che alcuni titoli comprendono anche prodotti vegetali, ma c’è davvero troppa carne al fuoco per i miei gusti. Chi legge Alimentarmente ben sa che un’alimentazione sana e sostenibile prevede, in primis, di ridurre carne e grassi saturi, bilanciare i nutrienti ed evitare cibi eccessivamente raffinati in favore di una cucina ricca di cereali e vegetali.
    D’altronde, uno studio pubblicato su BMC Medicine, che ricostruisce l’impatto di diversi regimi alimentari sulla probabilità di sviluppare un tumore ha esaminato più di 470mila individui registrati nella UK Biobank, e i risultati hanno messo in evidenza uno stretto legame tra dieta vegetariana e ridotto rischio di tumori di ogni tipo. Ma anche un’alimentazione a base di pesce o con una ridotta quantità di carne protegge dai tumori del colon, della mammella e della prostata.

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