La giornata mondiale contro il cancro: i numeri, i tumori rari e l’importanza della ricerca

Ieri 4 febbraio era la Giornata mondiale contro il Cancro e avrei voluto scrivere qui su Alimentarmente le statistiche aggiornate sullo status quo di questa patologia. Tuttavia ho avuto una invalidante reazione allergica al mezzo di contrasto che mi ha stremata e schiacciata nell’apatia più totale. Ma stamattina ho pensato che avrei potuto recuperare proprio nello stile che intendo proporre in questo blog, ossia partendo dalla mia esperienza personale, sfruttando una comunicazione diaristica, appunto, per poi approfondire il tema con fonti scientifiche, che ogni mattina cerco.

Allora inizio con il riassunto delle ultime pagine del mio diario clinico: venerdì ho appunto fatto il follow-up, ma purtroppo ho avuto un’altra volta una reazione allergica tardiva al mezzo di contrasto, nonostante abbia adempiuto alla profilassi anti-allergica che, visti i trascorsi, mi hanno “cucito addosso”.
Purtroppo il cancro a me ha sempre comportato uno strascico di complicazioni, sin dalle prime dimissioni, quando ho dovuto affrontare la terribile esperienza di una crisi d’astinenza da cortisone, per arrivare alla reazione allergica tardiva al mezzo di contrasto che va curata proprio con la somministrazione di cortisone, di cui pian piano dovrò gradualmente ridurre i dosaggi, pena nuova crisi d’astinenza – immaginate l’ansia!

I numeri della Giornata mondiale contro il cancro


Ora passiamo ai dati elargiti nella Giornata mondiale contro il Cancro.
L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) stima che i numeri del cancro siano in crescita in tutto il mondo: ci sono stati 20 milioni di nuovi casi di cancro. Il Global Cancer Observatory dello Iarc stima che nel 2050 i nuovi casi di cancro saranno oltre 35 milioni.
L’Organizzazione Mondiale della sanità (OMS) conferma che il cancro è la seconda causa di morte nel mondo.
Le infografiche del World Cancer Day e i dati dell’OMS indicano che nel 2020 sono decedute per cancro 10 milioni di persone.
In Italia, il rapporto “I numeri del cancro in Italia 2023” stima che nel 2023, in Italia, saranno 395mila i nuovi casi di tumore (a eccezione dei tumori della cute diversi dal melanoma), 208mila nuovi casi negli uomini e 187.000 nelle donne, con un incremento di oltre 18mila casi in 3 anni. Erano 390.700 (205.000 negli uomini e 185.700 nelle donne) nel 2022 e 376.600 (194.700 negli uomini e 181.900 nelle donne) nel 2020.
Poi il ministero della Salute elenca i casi di cancro più diffusi: i tumori della mammella, del colon-retto, del polmone, di prostata e della vescica.

I tumori rari e la ricerca


È difficile trovare un focus sui tumori rari, perché quando un tumore è patologia rara, come quello al cervello, si investono meno soldi nella ricerca e se ne parla poco, scatenando effetti a catena pericolosi come la disinformazione, che non consente di riconoscere sintomi, per esempio.
Rispetto ad altri tipi di tumore, come quello alla mammella o alla prostata, i tumori più rari sono meno studiati e quindi, meno ne sappiamo.
Per questo la ricerca riveste un’importanza eccezionale.
Di tumore al cervello se ne parla poco se non pochissimo – uno dei principali motivi per cui ho deciso di cercare di aprire Alimentarmente, dando informazioni io a partire dalla mia esperienza personale e poi approfondirle con lo studio e la ricerca delle fonti secondo quello che ho imparato nella mia attività da giornalista. Tutte le mattine faccio la rassegna stampa per informarmi su fonti autorevoli di quel che succede in ambito oncologico. Poi valuto non soltanto quello che può interessare di più, ma anche quello di cui si ha sete di informazioni, lo studio, approfondisco e ve lo riporto. In questo modo, di recente ho scoperto un tumore ancora più insidioso di quello cerebrale: i tumori del fegato.

I tumori del fegato


I i tumori del fegato colpiscono oltre 12mila persone e hanno una sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi solo del 22%. Sono quasi sempre asintomatici, per cui vengono spesso diagnosticati quando sono già in una fase avanzata. E – cosa peggiore – le possibilità di cura sono attualmente limitate e, infatti, sono la quarta causa di morte per tumore nel mondo.
Ancora una volta, però i ricercatori hanno fatto una scoperta rivoluzionaria: la cosiddetta “firma molecolare”, termine tecnico per indicare il meccanismo che è alla base del carcinoma epatocellulare
– e non solo –, la forma più diffusa di tumore del fegato.

Verso nuove possibili terapie per il tumore del fegato

Il primo passo verso nuove prospettive prognostiche e terapeutiche l’ha compiuto l’Istituto europeo di oncologia (IEO) di Milano studiando i fattori di trascrizione Yap e Taz, che sembrano avere un ruolo di primo piano in vari tipi di tumore, li hanno presi nuovo bersaglio terapeutico per un sottogruppo particolarmente aggressivo di carcinomi epatocellulari, la forma più comune di tumore del fegato.
Il coordinatore della ricerca Bruno Amati ha individuato nella genetica il punto di partenza del loro studio: “Il nostro lavoro è partito dall’osservazione che due geni ben noti per il loro coinvolgimento nello sviluppo di diverse forme di cancro, cioè Myc e beta-Catenina, possono essere contemporaneamente alterati in un sottogruppo di carcinomi epatocellulari”.
La colpa sarebbe, appunto, dei due fattori di trascrizione Yap e Taz che sono attivati frequentemente durante la crescita e la progressione di molti tumori solidi, compreso il polmone, il colon-rettale, il seno, il pancreatico e i carcinomi del fegato, nonché il melanoma ed il glioma. Yap e Taz si legano ai co-attivatori della famiglia Tead per guidare la sopravvivenza delle cellule tumorali, la proliferazione, la migrazione invasiva e le metastasi. L’attivazione Yap e Taz può anche conferire resistenza alla chemioterapia, alla radioterapia o all’immunoterapia.
Yap e Taz sono “due geni codificanti per proteine (fattori di trascrizione) in grado di controllare l’espressione di altri geni coinvolti nella trasformazione tumorale delle cellule”.

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