1 mq d’orto a una cena estiva da Koinè

Sopra i 30-35 gradi il nostro corpo richiede un’alimentazione precisa: cibo ricco di acqua, di minerali, di vitamine, e soprattutto facile da digerire.
Se consumiamo pasti pesanti, il processo digestivo diventa faticoso, necessita di più energia e produce calore (termogenesi indotta), che alza in modo non controvertibile la nostra temperatura interna, già provata dalle temperature esterne.
Per questo, quando mangiamo un gelato ci sentiamo più freschi, ma immediatamente dopo, impegnati a digerire quella coccola, la situazione torna a peggiorare: insomma, non esistono dei cibi letteralmente “raffreddanti”, ma cibi non riscaldanti, ossia quelli che hanno un alto contenuto di acqua e che comportano una bassa termogenesi (meno energia per essere digeriti).


Quando voglio mangiare fuori e d’estate capita frequentemente questo caldo complica le mie richieste già strettamente legate al mio regime alimentare prevalentemente naturale, integrale e gluten-free per abbassare gli stati infiammatori.
Provate a ordinare in un ristorante qualcosa di veg e quanto sopra: l’odio dei cuochi è assicurato e probabilmente mangerete male. Così quando mangio fuori casa – lo faccio sempre meno – cerco di scegliere oculatamente dove andare. E così in una delle torride notti milanese, sopravvissuta a un viaggio in macchina verso Legnano infuocata da una temperatura rovente, ho scelto di tornare da Koinè dove ho già testato il buon cibo, la leggerezza della cucina e la cortese accoglienza.
Ho potuto mangiare anche questa volta portate in linea con il mio regime alimentare affatto esigente, mai scontate e soprattutto con un equilibrio di contrasti difficile da credere possibile.
Il benvenuto è dato da uno scrigno ricco di mandorle tostate accompagnate da un calice di Trento Chardonnay e Pinot – il mio preferito.



Al posto di Clafouties di pomodori e gelato alla mozzarella di bufala, previsti nel menù 1 mq d’orto che, essendo vegetariano, non esclude l formaggio, a noi lo chef riserva finger food eccezionali su barchette di riso venere soffiato o sedano rapa con verdure.

Quando arriva il consommé tremo di paura per il caldo, ma è bastato aromatizzarlo con una punta di menta per rendere il brodo caldo – coccola che d’inverno cerco di concedermi ogni sera – persino rinfrescante.
Poi un’insalatina di fagiolini, pesche e mandorle e a parte stracciatella per noi vegana.


Come primo risotto al lime e cipollotto, al posto dello spaghettino per evitarci il glutine. E qui prima figuraccia: la scarpetta alla mantecatura del risotto fatta con il solo cipollotto e chissà quale segreto dello chef Alberto Buratti. La scarpetta l’ho fatta perché da koinè, sebbene la mise en place sia curata e raffinata, il clima è così accogliente e gli ingredienti così ricercati che non puoi trattenerti!

Il secondo mette in tavola una parmigiana di melanzane veg che mi dispiace per la mamma siciliana mi è piaciuta più della sua depauperata degli ingredienti della ricetta tradizionale, invece qui sostituiti da latte di cocco e curry. È così che ho finito il pane.


So che lo aspettate anche voi ed ecco il gran finale: gazpacho di fragole e wasabi, crostini e cardamomo: ancora contrasti perfettamente in armonia
E il cioccolato???? Arriva, arriva: creme brullée al cioccolato e basilico: di nuovo la nota aromatica ad aggiungere freschezza.

Koinè si trova a Legnano, in Vicolo Filippo Corridoni, 2C.
Sito: https://www.koinerestaurant.com/
Per prenotare: 0331 599384 e 375.5501262
Parcheggio Privato.

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