Bangla e l’integrazione delle nuove generazioni
Ieri in prima serata su rai2 ho visto in prima visione Bangla (vi do i riferimenti cosicché possiate rivederlo su Raiplay, qualora siate interessati a non perderne la visione). Bangla racconta l’amore proibito di Phaim. Phaim Bhuiyan è nella realtà sceneggiatore, regista e interprete del protagonista. Mezzo sangue 50% bengalese, 50% romano, 100% Torpignattara. Il quartiere più melting pot di Roma, la via Padova della capitale. E forse per questo il film mi ha fatto sentire a casa, ma anche perché tratta della mia generazione, costretta a svolgere lavori di merda, a confrontarsi con le altre etnie, il terrore del terrorismo, il rapporto con la generazione dei nostri genitori. Ma nel film c’è un grande tema, quello degli obblighi della religione, che io in via Padova non ho mai dovuto soffrire, probabilmente perché atea convinta. Per il resto c’è tutto: dal respirare i profumi delle diverse cucine nazionali, alla questione del colore della pelle, fino all’intolleranza delle generazioni più anziane verso il diverso, la presenza sempre più massiccia nel quartiere di creativi ed hipster che fanno a gara per essere più alternativi. Vince Asia dai capelli blu e il papà giovane e rockettaro, la madre scappata con un’altra donna da cui ha avuto un figlio in provetta. Figurarsi davanti a tutti questi anticonformismi come reagirebbe un musulmano ultra osservante. Invece no: i tempi, per fortuna sono cambiati, come si evince dalle nuove generazioni del film, e così i due si innamorano perdutamente l’uno dell’altra e soprattutto delle loro differenze, che si annullano del tutto a cospetto di una fresca voglia di stare insieme. E per questo, la storia d’amore che va in onda sul piccolo schermo coinvolge, perché tutti possiamo averne vissuta una simile. Aiuta tanto nell’immedesimazione anche il vernacolo. Ma non c’è soltanto leggerezza in Bangla, la riflessione sui dogmi religiosi è ben sviluppata. Il primo Phaim e i suoi familiari e amici sono conservatori, il Phaim che esce allo scoperto dopo aver Asia e Asia che, paradossalmente – lo conferma anche il suo nome e la visione in vesti indiane della ragazza dai capelli blu – dovrebbe stare dalla sua parte è invece Eros, il piacere che si oppone a Thanatos . È una baccante che rappresenta la pulsione verso il piacere, tarpato dalla religione.