Ceramica: fasi di lavorazione e Raku
All’opera Enrica
Volevamo proporvi questi lavori durante la settimana del Fuorisalone, ma l’intensità degli eventi ci ha dirottati fuori rotta. Rimediamo ora, presentandovi alcune ceramiche di Enrica che, se interessati, potrete acquistare contattandola all’indirizzo mail lafleur@virgilio.it. Rilanciamo i suoi Fai da te in occasione del convegno internazionale delle arti del fuoco, pittura su porcellana, ceramica, vetro e smalti su rame, che si terrà al circolo della stampa a Palazzo Bocconi in corso Venezia 48 (Milano) nel fine settimana del 24 e 25 maggio. Alla sua XIII edizione, la convetion quest’anno si intitola Dalla tradizione al design. Mentre noi passiamo dal design del Fuorisalone alla tradizione della ceramica per illustrarvi una delle tecniche artistiche che affonda le proprie radici nella terra. E la terra c’è dall’alba dei tempi, quindi la sua lavorazione è antichissima, pre-istorica. Come si lavora? Innanzitutto bisogna decidere in cosa indurirà l’argilla. Enrica ci propone vasi, ciotole, un’applique di forma tradizionale, una lampada-donna, quadretti in rilievo. L’argilla, dopo essere stata impastata, può essere lavorata a mano libera, o al tornio, per ottenere un lavoro il più preciso e ben fatto. Nel caso dell’applique, i buchi per far fuoriuscire la luce vanno intagliati prima della cottura, che indurisce la terra al punto da rendere estremamente faticosa persino la levigazione con carta vetrata. Enrica ha lasciato nuda l’applique e la lampada a forma di donna, mentre i colori “metallici” e liquidi delle ciotole nelle nuance viola, bianca/grigia e arancio sono ottenuti tramite la cottura Raku, per cui è necessaria un’altissima temperatura, che fonde, fluidifica e crepa i colori. Per le altre ceramiche sono invece stati utilizzati i più tradizionali smalti e ingobbi.
Tutte le ceramiche richiedono cinque fasi di produzione, che scorrono tra i quattro elementi:
- Modellazione della Terra, resa malleabile e plasmabile con l’Acqua
- Essiccazione all’Aria e prima cottura al Fuoco
- Colorazione
- Seconda cottura
- Raffreddamento
È evidente che per l’auto-produzione sono necessari un laboratorio completo di tornio e forni per biscottatura e cotture, camere per smaltature e tutto il necessario per professionisti e amanti della ceramica.
Il Raku
L’impasto del Raku deve contenere un’elevata percentuale di chamotte o di silice per sopportare lo shock termico che i pezzi devono subire. Prima devono essere cotti a biscotto a una temperatura di circa 900°, poi vanno messi in forno ed estratti quando lo smalto si è fuso a una temperatura che varia tra i 750 e i 1000 gradi.
Una risposta
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