Sciopero del Fatebenefratelli di Milano: fate bene, ma perché scioperate?

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Sveglia all’alba per l’ennesima visita. Un caffè per aiutare gli occhi ad aprirsi, ma è fatal error. Hai fatto la profilassi allergica per pazienti ad alto rischio al fine di contrastare eventuali allergie al mezzo di contrasto della risonanza magnetica. Cosa significa? Vuol dire cocktail di farmaci che ti pungeranno con la nausea lo stomaco e i reni per almeno una settimana. Significa non mangiare per non intensificare i dolori già intensi. Significa non riuscire a dormire per il fastidio, ma doversi destare da poche ore di dormiveglia lo stesso e all’alba per arrivare in orario all’accettazione del Fatebenefratelli. Che non ti accetta: assemblea generale, ossia sciopero.

Ieri mi hanno chiesto cosa c’entra pubblicare un pezzo sulla burocrazia dentro AlimentarMente: “non c’entra nulla con quello che stavi facendo, che per quanto possa sembrare assurdo aveva un senso”. Rispondo che è assolutamente inerente, perché non c’è niente di più raffinato della burocrazia e semplificare vuol dire togliere le sovrastrutture, dunque non raffinare.

La discesa agli inferi del Fatebenefratelli di stamattina ha confermato il mio pensiero. Prima come una trottola ti fanno girare da un ingresso all’altro della struttura, facendoti accompagnare sotto braccio dalla maleducazione. Il fatal caffè sballotta nello stomaco e qualsiasi tessuto tocca lo fa bruciare forte. Ti senti protagonista di una delle 12 fatiche di Asterix.

Inferi decadenti al punto che temi ti cadano addosso quando vedi nitidamente l’armatura dell’edificio.

Fate sciopero, sono la prima a ritenere sia giustissima causa far valere i propri diritti, ma cosa rivendicate? Silenzio. Sui fogli semplicemente la scritta “Si avvisano gli utenti che il giorno Mercoledì 21 maggio dalle ore 8.30 si svolgerà un’assemblea generale del personale. Ci scusiamo per il disagio arrecato”.

Sciopero al Fatebenefratelli

Sale il nervoso… Che problemi avete? Fatemi capire e potrò capirvi, magari supportarvi. Senza spiegare la causa del disagio arrecato al paziente, arrecate soltanto il disagio. La causa scompare. Spiegatemi, dunque, e soprattutto accettatemi. Ho una cisti al collo, che pare un microchip, che dopo l’operazione ho pensato fosse meglio far controllare. L’appuntamento l’ho preso a gennaio, siamo a maggio: questi sono i motivi per cui credo sia corretto arrecare disagio al vostro sciopero. “Se passi dal pronto soccorso possiamo fare la prestazione, altrimenti è impossibile… Sei un cliente, un numero, che deve essere registrato in accettazione”. Precisamente sono il numero 10107288841. Ho prenotato la mia visita a gennaio, ma non la farò. Perderò un altro giorno di lavoro, con tutto quello che comporta – visto che ho questa maledettissima partita iva – il mal di stomaco si intensificherà e non per quel caffè, preso per leggerezza soltanto per aiutarmi ad aprire gli occhi.

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