Le abitudini alimentari degli italiani

In Italia cambiano le abitudini alimentari o cambia tutto per non cambiare niente? I dati dimostrano che i latti vegetali, nel nostro Paese, tendono sempre più a sostituire il latte vaccino, che segna un calo dei consumi di quasi il 6%e quello UHT del 5,2, secondo i dati Nielsen.

Anche i prodotti integrali iniziano ad essere inclusi nella dieta quotidiana: le vendite degli alimenti integrali sono aumentate nel 2016 di ben il 22,8% rispetto all’anno precedente. E cresce anche la vendita dei prodotti segnalati come “ricchi di fibre”. È quanto emerge dall’Osservatorio Immagino. Lo stesso che ha rilevato che le scelte degli italiani sono sempre più indirizzate verso prodotti alimentari a basso valore energetico, ricchi di carboidrati, a basso contenuto di proteine e di fibre.

Siamo un popolo di vegani? In Italia si mangia meno carne rispetto al resto d’Europa, ma di maggior qualità. Il suo consumo pro capite è infatti il più basso del Vecchio continente: è quanto emerge dai dati preliminari dell’Osservatorio nazionale sui consumi delle carni di Agriumbria. Secondo i dati dell’osservatorio, ogni italiano nel 2016 ha mangiato in media 79 kg di carne: in maggioranza si tratta di carne di maiale (37 kg), seguita da quella bovina (21 kg) e da quella avicola (19 kg). La parte restante (2kg) è di animali diversi come coniglio e cavallo.

Secondo il Rapporto Italia 2016 dell’Eurispes, infatti, crescono ancora vegetariani e vegani che nel 2015 rappresentano l’8% della popolazione. In particolare, il 7,1% degli italiani si dichiara vegetariano e il loro numero è in lieve aumento: infatti negli ultimi tre anni la quota di vegetariani in Italia è dapprima diminuito (passando dal 6,5% del 2014 al 5,7% del 2015), poi aumentato di quasi 2 punti percentuali nel 2016.

La novità è rappresentata dalla percentuale di vegani che, pur essendo una minoranza della popolazione, appariva in forte calo solo un anno fa (dallo 0,6% del 2014 allo 0,2% del 2015), nel 2016 raggiunge l’1%. D’altronde cala anche del 3,2% il consumo di prodotti caseari.

Tuttavia, a conti fatti, l’italiano rimane principalmente onnivoro, ma più attento alla salute a tavola.

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