Sacrilege è lo Stonehenge di Fondazione Trussardi

Amo molto le manifestazioni in esposizione di Fondazione Trussardi al punto che ogni anno cerco di non perdere nulla, affannandomi a controllare quando siano in programma le loro esposizioni. La ricetta rimane sempre la stessa perché vincente. Fondamentalmente è quello che mi piace è la formula che ridà al pubblico milanese spazi chiusi da tempo per farglieli riscoprire. In passato lo hanno fatto anche con palazzo Citterio , riconsegnato al pubblico soltanto ora da un punto di vista istituzionale dalla sovrintendenza lombarda che lo ha restaurato. La Fondazione lo aveva scelto come sede per la mostra L’isola dei porci di Paul McCarthy. In secondo luogo, le esposizioni a firma del curatore Massimiliano Gioni, hanno sempre una trama ludica che diverte lo spettatore. A palazzo Cusani c’era un uomo dentro fisicamente un pianoforte che lo suonava ininterrottamente. e tutto il palazzo era un polifonico concerto. Poi è importante il coinvolgimento del pubblico. Tuttavia l’installazione di quest’anno secondo me è andata troppo oltre perché l’aspetto ludico è scemato in infantilismo. In occasione di Miart- fiera del moderno del contemporaneo, la fondazione Trussardi, sullo spettacolare fondale del parco di City life, ha eretto Sacrilege, un ultra-conpemporaneo Stonehenge, gonfiabile che riproduce perfettamente il sito neolitico in scala 1:1. I dolmen del circolo rinunciano del tutto alla pesantezza della pietra ruvida e, insieme, del loro mistico mistero, pietra scambiata con la liscia superficie della plastica gonfiata da leggera aria. I bambini sono in visibilio e usano Sacrilege, come tappeto elastico-piscina perché colmo di acqua piovana, scrosciata forte a Milano. E anche il suo autore Jeremy Deller gioca tra i palloni di pietre. Giocattolaio d’eccezione se si pensa al suo curriculum artistico che annovera anche la vittoria dell’ambito premio Turner. Manca però il pubblico adulto, soprattutto quello collezionista di Miart. Ma probabilmente è meglio che rimanga un sito di gioia e allegria per i più piccoli, o forse, una volta asciutto, si precipiterà a City life anche qualche adulto. Io che di installazioni interattive non ne perdo una, mi sono tenuta lontana da tutta quell’acqua..

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Una risposta

  1. 9 Aprile 2019

    […] cura, come di consueto di Massimiliano Gioni. Già lo scorso anno non sono riuscita ad apprezzare il gonfiabile di Jeremy Deller, quest’anno non credo passerò nemmeno a vederlo intenzionalmente. E temo che trascurerò […]

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