Milano design week 2019 plastic addicted

Generalmente per la settimana del Design a Milano non sto ferma un attimo, cercando di seguire per lavoro e per passione tutti i distretti che ogni anno si moltiplicano, mostrando il lato sempre meno artistico e maggiormente commerciale della manifestazione. Poi sono andata a vedere cosa avrebbe realizzato quest’anno la Fondazione Trussardi per l’occasione. Si tratta dell’installazione A friend che riveste i caselli daziari di porta Venezia, ad opera dell’artista ghanese Ibrahim Mahama e a cura, come di consueto, di Massimiliano Gioni. Già lo scorso anno non sono riuscita ad apprezzare il gonfiabile di Jeremy Deller, quest’anno non credo passerò nemmeno a vederlo intenzionalmente. E temo che trascurerò anche gli altri distretti. Perché poi ho visto la foto di un’altra installazione posizionata proprio nel cuore di Milano: in piazza Duomo si eleva la Maestà sofferente di Gaetano Pesce – un artista che apprezzo molto, quindi per me la delusione è stata ancora più dolorosa perché pare un blob color carne che sembra uno scroto con tanto di peli pubici conficcati nella plastica, che schiaccia e copre imbruttendo da un lato la facciata della cattedrale, dall’altro il monumento a Vittorio Emanuele II di Ercole Rosa. Mi sono chiesta Cosa sia il design. Per me il design dovrebbe coniugare disegno e, quindi, il Bello e funzionalità. Le due installazioni non mi pare proprio lo facciano, mentre in un periodo che punta sempre più a un mood plastic free, plasticoni imbruttiscono la città.

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