Il glisofato è cancerogeno, ma l’Ue glissa

Torna una nostra vecchia conoscenza: il glisofato, il popolare pesticida ha scalato le classifiche, passando dalla classificazione Airc come probabilmente cancerogeno e collegato a una vasta gamma di malattie, a cancerogeno. A conclamare il passaggio di livello è stato lo studio statunitense Glyphosate pathways to modern disease V, condotto dagli scienziati Anthony Samsel e Stephanie Seneff, del Massachusetts Institute of Technology (Mit), dove viene definito cancerogeno, incidente sul DNA e portatore di abete, asma e alzheimer. L’erbicida funzionerebbe, infatti, come la glicina, in grado si alterare una serie di proteine. Un processo correlato a patologie come diabete, obesità, asma, morbo di alzheimer, Sla, morbo di Parkinson e altre. Il ricercatore Stephen Frantz, come riporta il sitoBeyondpesticides.org, spiega: “Quando una cellula sta cercando di formare le proteine, può afferrare il glifosato invece della glicina e formare una proteina danneggiata. Dopo di che è il caos medico. Dove il glifosato sostituisce la glicina, la cellula non può più comportarsi come al solito, provocando conseguenze imprevedibili con molte malattie e disturbi conseguenti”.
Una delegazione di scienziati indipendenti, tra cui gli autori di questo studio, hanno presentato i loro risultati, esortando i legislatori a chiedere all’Agenzia di protezione ambientale (Epa) di vietare l’uso dell’erbicida, fornendo testimonianza sull’impatto del glifosato sul suolo, così come il rischio irragionevole che esso rappresenta per gli esseri umani, gli animali e l’ambiente. L’Epa ha però risposto che gran parte delle informazioni fornite possono non avere un impatto sulla loro valutazione del rischio attuale del glifosato, che è previsto per il 2017. Insomma, ma che ce frega, ma che c’emporta. E così anche la commissione Ue rinnova l’autorizzazione per altri 5 anni. Anzi, sono persino stati ignorati i limiti per l’utilizzo del glifosato su parchi pubblici, l’uso disseccante preraccolto e i restringimenti per gli usi non professionali. Grazie Epa, grazie Europa.

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