La patata dolce

Una delle mie ossessioni sono le patate: rinunciarci è stata durissima. Ma sono solanacee e, quindi, favorendo la proliferazione cellulare, da eliminare dalla dieta. Anche perché contengono molto amido, cioè zuccheri. Io le ho sostituite nella dieta con i topinambur. Eppure il mio tarlo sono le patate rosse: il dottor Franco Berrino mi ha severamente vietato le patate, poi mi ha dato una ricetta per i biscotti da preparare con la patata dolce, quella rossa, chiamata batata, che, pertanto, ho reputato lecita e ho iniziato ad acquistare fino a che altri due nutrizionisti mi hanno aspramente sgridata per questa caduta nel peccato. Di gola. Sostengono entrambi che le patate dolci abbiano le stesse caratteristiche delle patate gialle. E così, con sommo dispiacere, ho smesso immediatamente di consumare anch’esse. Tuttavia non le ho mai dimenticate del tutto. E anche la scienza è dalla mia parte: la patata rossa veniva impiegata dalle popolazioni giapponesi per curare l’anemia, l’ipertensione e il diabete. Nell’antichità, l’alimentazione comprendeva alimenti molto semplici e poveri di grassi. Così facendo l’uomo è riuscito a evitare di contrarre patologie alimentari come il diabete. Non esistevano cibi spazzatura, alimenti raffinati, grassi e composti chimici che sempre più “farciscono” i nostri cibi. Senza che si avessero le attuali conoscenze mediche, la batata era ritenuta un rimedio salutare per il nostro stile di vita e la scienza di oggi ora concorda con quella del passato. In particolare, un gruppo di ricercatori dell’Istituto di Ingegneria Biomedica del Cnr di Padova, insieme con i colleghi della Terza clinica medica dell’università di Vienna, ha affermato che, il caiapo, un estratto di buccia di patata, riduce la glicemia basale, il colesterolo e l’emoglobina glicata che riesce a migliorare lo stato del paziente. Una dieta quotidiana basata su cibi semplici e poveri ha sempre difeso l’uomo da alcune malattie. Recentemente è stato accertato che la patata, che non è mai mancata sulle tavole dei “poveri”, ha proprietà anti-diabete. Soprattutto in presenza del diabete mellito, di tipo II, cioè quello non insulino-dipendente. Il caiapo è già in commercio in Giappone, proprio per curare il diabete. E, ad avvalorarne l’efficacia ora ci sono i ricercatori padovani e viennesi che hanno hanno potuto constatare che il caiapo, testato su un campione della popolazione europea affetta da diabete di tipo II, ha la proprietà di ridurre la glicemia basale, il colesterolo e l’emoglobina glicata con conseguente miglioramento dello stato generale della salute del paziente.
Ma questa è soltanto una delle virtù benefiche della batata che contiene tutto l’alfabeto delle vitamine: possiede un alto contenuto di vitamina B6, che aiuta a prevenire le malattie degenerative e gli infarti.
È una fonte di vitamina C.
Ha vitamina D fondamentale per il sistema immunitario.
Favorisce la digestione e la cicatrizzazione e contiene ferro. Nonché offre un alto apporto di magnesio e detiene alti livelli di potassio.
Il loro sapore dolce proviene da zuccheri naturali che vengono rilasciati lentamente nella circolazione e bilanciano i livelli di energia, senza alzare l’insulinemia.

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