L’industria alimentare si pubblicizza: Cracco cracca la foto di Bono degli U2
Io proprio non lo sopporto al punto che per colpa sua detesto tutta la categoria degli chef stellati, malgrado quest’estate abbia cambiato idea dopo aver conosciuto lo chef Accursio. Perché, secondo me gli chef stellati sono la peggior conseguenza dell’industria alimentare. Per loro conta che non li chiami cuochi, ma chef, il pizzaiolo è il pizzachef, tutto è gourmet, o alta cucina e centinaia di altri francesismi si sprecano per qualsiasi riferimento gastronomico, ma l’inglese meglio si adatta alla cucina a vista che è showcooking e il loro programma è masterchef perché unisce la maestria in inglese al mestiere in francese. E sta qui il punto: la cucina degli chef non è educazione alla tavola ma è una vetrina per cuochi smargiassi, che questo sono, cuochi, un lavoro di tutto rispetto pure senza tutti i ridicoli imbellettamenti linguistici. Per me cucinare è la mamma davanti ai fornelli, la zia che prepara le crepes, l’altra che sforna teglie di pasta al forno, mia sorella che non riesce a toccare carne e formaggi, ma si sacrifica per il figlio e spadella cotolette e grattuggia grana sulla pasta. No, per gli chef cucinare è elaborare preparazioni bellissime da vedere e ancor meglio da vendere a centinaia di euro. Lo showcooking si fa in vetrina. E, come ogni boutique, la pubblicità è fondamentale, come avere testimonial famosi. Ma stavolta Cracco la fa troppo sporca e per il suo ristorante in galleria Vittorio Emanuele a Milano ruba l’immagine a chi si è sempre schierato con i diritti civili, dalla questione irlandese, al G8, dove spronò tutti i paesi a donare più fondi per l’Africa, all’attuale fenomeno immigratorio che sta coinvolgendo l’Europa. Lui, pronto in prima linea contro la povertà, la fame e l’aids in Africa, mangia da Cracco? No, è la moglie Rosa Fanti, anche sua addetta stampa e manager, ad avere postato la foto del sosia del frontman degli U2, sostiene lei stessa, perché ingannata dalla perfetta somiglianza con il sosia del cantante, che non gli somiglia affatto. Ma che fosse in malafede lo rivela il repentino cambiamento degli hashtag su Instagram: da #thebest a #èluiononèlui.