La pensione di invalidità con il tumore va in pensione

Ieri ho introdotto l’argomento di questa settimana che intende indagare la relazione lavoro-tumore, in particolare, di quali tutele e diritti gode un lavoratore paziente oncologico. Il tema mi scalda perché io non usufruisco di un bel niente, lavorando con partita iva. L’assurdità maggiore è che chi subisce una craniotomia (intervento al cervello) per un periodo di tempo non deve stare davanti allo schermo di un computer, per evitare il rischio di crisi epilettiche. Considerando che non mi viene in mente alcun lavoro che al giorno d’oggi non richieda l’uso di un pc, chiederei al ministro del Lavoro come si affronta un tale problema. Anzi l’ho chiesto al passato governo Renzi. Mi ha risposto soltanto la segreteria del presidente della Repubblica – allora era ancora in carica Giorgio Napolitano – che avrebbero preso in esame la mia richiesta, ma a oggi io non ho più avuto riscontri. Nulla è pervenuto dal ministero del Lavoro. Comunque i diritti del dipendente sono ben chiariti in questa guida di Aimac. Mentre suggerisco ai malati di tumore al cervello di richiedere la pensione di invalidità, pur essendo miserabile. Io non l’ho fatto per molto tempo non ritenendomi invalida, poi un mio medico di fiducia mi ha fatto notare che aver perso alcuni lavori proprio dopo la malattia dimostrava che il tumore invalidante lo è. Con un iter da far impazzire quel poco di cervello sano rimasto, ho fatto richiesta all’INPS. E già la prima prova è stata dura: richiedono un certificato del medico curante che attesti la malattia e le sue fasi. E per il certificato, da disoccupata, ho pagato oltre 100 euro. Scorrono tempi d’attesa interminabili che Godot in confronto è un privilegiato, tante visite e alla fine arriva il tanto atteso assegno di invalidità con una cifra che non risarcisce nemmeno quella spesa per il certificato di avvio delle pratiche, per nulla il tempo impiegato a sbrigare tutte le pratiche necessarie. Per il mio tipo di tumore mi è stato riconosciuto il 100% di invalidità. Confesso che ci sono rimasta malissimo: io nemmeno volevo chiederla l’invalidità, ma la cifra riconosciuta è così irrisoria che posso sopportare l’epiteto di invalida. Inoltre, ho scoperto che il tabellario ministeriale per i malati oncologici è disposto secondo 3 percentuali di invalidità civile:

  • 11% qualora vi sia una prognosi favorevole e una modesta compromissione delle funzionalità
  • 70% con prognosi favorevole e una grave compromissioni delle funzionalità
  • 100% qualora la prognosi sia infausta o sfavorevole nonostante vi sia stata l’asportazione del cancro.

 

Se l’invalidità riconosciuta è tra il 74 e il 99% si ha diritto all’assegno di invalidità pari a circa 280 euro l’anno per 13 mensilità con redditi al di sotto di quelli stabiliti dalla legge ( circa 4800 euro l’anno se il beneficiario non ha reddito ed è iscritto alle liste di collocamento speciale).
Se viene riconosciuta un’invalidità civile pari al 100% si ha diritto alla pensione di inabilità pari a 13 mensilità di circa 280 euro al mese ma solo se il reddito personale del richiedente non supera le soglie stabilite dalla legge (poco meno di 17mila euro l’anno).

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *