Come ridurre il consumo di plastica

Alimentarmente parla dell’inquinamento da plastica da oltre un anno, ma ultimamente l’argomento ha sempre più preso piede. E tante sono le iniziative che sorgono per evitarne o comunque diminuirne il consumo. Ma ci sono pochi semplici consigli che ognuno di noi può seguire per dare il suo contributo ogni giorno. Prima di tutto, è utile portare sempre con sé borse di tela riutilizzabili per trasportare la spesa.
Sopratutto ora che si avvicina il caldo, portare con voi una borraccia di acqua si rivelerà una buona scelta per riempirla con acqua del rubinetto. Questa, infatti, è persino meglio controllata – perché più frequentemente – di quella in bottiglia. Se la trovate sgradevole al gusto, lasciatela aperta cosicché il cloro eventualmente contenuto possa evaporare.

Usare le ricaricabili per prodotti sfusi, ossia senza un packaging ingombrante e soprattutto inquinante, sempre maggiormente in commercio. Se proprio non riusciamo ad abituarci all’idea di acquistare prodotti senza packaging, facciamo almeno attenzione al materiale delle confezioni! Carta, cartone e tetrapak sono un buon inizio per ridurre il consumo di plastica. Altro suggerimento: con una buona organizzazione potremmo anche evitare l’acquisto di prodotti in confezioni monodose, più costose e e di maggior impatto ambientale.
Riutilizzare i sacchetti usa e getta e non usare più bicchieri, cannucce, piatti e posate usa e getta, a casa, ma cerchiamo di sensibilizzare in merito anche i locali che frequentiamo.
In cucina, per conservare i cibi, preferire i contenitori di vetro.
Ridurre il consumo di chewing gum: io ne masticavo una dietro l’altra prima della malattia, ho smesso di consumarne quando ho iniziato la dieta anticancro per evitare di assumere il loro contenuto di zucchero o dolcificante e, mentre scrivo questo pezzo, scopro che il chewing-gum è costituito da una miscela di elastomeri, plastificanti, riempitivi e resina; con l’acetato di polivinile che viene spesso indicato come colla da falegnami o colla bianca. Un altro ingrediente che si trova all’interno è la cera di paraffina, un sottoprodotto del petrolio raffinato. Mmm, che bontà: è come il fumo che è dentro contiene il peggio del peggio, ma non serve a un bel niente e non ha nemmeno un buon sapore, oltretutto per degradarsi nell’ambiente impiega la metà del tempo che serve a una lattina di alluminio e un centesimo di quello necessario al degradamento di un sacchetto di plastica. In alcuni paesi, come la Gran Bretagna, la gomma da masticare, che divenne di moda a partire dal 1920, fu osteggiata addirittura da leggi che ne limitavano l’uso, anche per resistere all’americanizzazione dei costumi. Se non riuscite a fare a meno delle gomme da masticare industriali, sappiate che esistono chewing gum naturali, senza plastiche aggiunte, più salutari sia per l’organismo che per il pianeta.
Allo stesso modo, evitare l’acquisto di vestiti i n fibra sintetica che contengono plastica e anche per questo facilmente fanno cattivo odore. Usiamo piuttosto le fibre naturali.

 

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Una risposta

  1. 10 Aprile 2019

    […] installazioni non mi pare proprio lo facciano, mentre in un periodo che punta sempre più a un mood plastic free, plasticoni imbruttiscono la […]

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