Fremanezumab il nuovo farmaco che combatte l’emicrania
Ho sempre sofferto di mal di testa, al punto che ho trovato un biglietto di auguri di Natale, dove una mia amica mi regalava un antidolorifico per toglierlo caratterizzato da un dosaggio minore rispetto al farmaco tradizionale. Dopo la diagnosi di tumore al cervello e tutte le terapie per farlo fuori, il mal di testa non è più passato. Non c’è antidolorifico che tenga, l’unico che funziona in tempi immediati è la codeina, ma, essendo un oppiaceo, crea dipendenza e soprattutto mi svilisce completamente, mi toglie le forze e non mi permette di far nulla. Dovendo assumere massicce dosi quotidiane, spesso cerco di risolvere, fallendo, con l’omeopatia, scolando massicce quantità di granuli di apis Belladonna o cospargendomi le tempie di olio di lavanda: funzionano, ma per troppo poco tempo. Allora ho tentato di farmi prescrivere la cannabis terapeutica dalla mia dottoressa, ma prendendo gli antiepilettici è preferibile evitare l’uso di sostanze psicotrope, mannaggia, il tentativo è andato in fumo!
Così quando ho letto che il farmaco fremanezumab riduce del 50% gli attacchi mensili di emicrania, ho iniziato una lettera di speranza da destinare alla dottoressa che mi ha in cura. Fremanezumab è stato appena approvato dall’Agenzia Europea del Farmaco. Si tratta di un un anticorpo monoclonale interamente umanizzato che si lega al peptide correlato al gene della calcitonina (CGRP), notoriamente correlato alla patogenesi dell’emicrania. Il ‘signaling’ di CGRP può essere interrotto prendendo come bersaglio (target) il ligando stesso o il suo recettore. I risultati che ne dimostrano l’efficacia sono stati presentati nel corso del 13esimo congresso della European Headache Federation, svoltosi ad Atene dal 30 maggio al primo giugno 2019. Il farmaco, sviluppato dall’azienda farmaceutica Teva, può essere somministrato una volta al mese o trimestralmente tramite iniezione sottocutanea. Per testarne l’efficacia, è stato condotto uno studio Focus, randomizzato, multicentrico e in doppio cieco, su circa 800 pazienti con emicrania cronica (più di 15 episodi mensili) o episodica (meno di 15). In passato, ognuno di loro aveva provato a trattare il mal di testa con altre classi terapeutiche di farmaci, come i betabloccanti, gli anticonvulsivanti, i calcioantagonisti e gli antidepressivi, senza alcun successo. E tutti i soggetti curati con fremanezumab hanno evidenziato una significativa riduzione dei giorni mensili di emicrania. Ma mi sono dovuta amaramente risvegliare dal sogno quando ho letto che il farmaco di Teva è approvato negli Stati Uniti e in Europa, mentre qui in Italia è stato avviato l’iter registrativo.