Nova classifica i cibi ultraprocessati: i super anti-eroi della buona tavola e della salute
Non perché è la mia mamma, ma quando Antonia cucina un piatto, soprattutto di pesce, io ho l’acquolina in bocca e mi si smuovono ricordi vivi di quando da piccola mangiavo gli spaghetti al sugo di pomodori freschi che profumavano di pomodori e di Sicilia, dove lei è nata, basilico, olio extra vergine, quello che pizzica e fa bruciare gli occhi perché ricco di folati. E corro Alla ricerca del tempo perduto di Proust. Credo che tutti abbiano in dispensa le proprie Madeleine, e perciò possiate capire.
Soprattutto ora che nei supermercati e nelle dispense degli italiani sono sempre più numerosi gli alimenti ultra-trasformati: i raffinati che tanto aspramente qui su Alimentarmente combattiamo. E invece vincono loro.
Dominano sulle tavole al punto che addirittura hanno loro dedicato una recente classificazione, denominata Nova, che categorizza gli alimenti in base all’entità e allo scopo della lavorazione degli alimenti, piuttosto che in termini di nutrienti. Inutile che cerchiate: Nova non è un acronimo, ma un nome. Classifica tutti gli alimenti e i prodotti alimentari in quattro gruppi chiaramente distinti e significativi. Specifica quali alimenti appartengono a quale gruppo e fornisce definizioni precise dei tipi di lavorazione alla base di ciascun gruppo. È riconosciuto come un valido strumento per la ricerca, la politica e l’azione sulla nutrizione e la salute pubblica, nei rapporti dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura e dell’Organizzazione panamericana della sanità. Ci hanno lavorato nutrizionisti di tutto il mondo.
Non c’è scampo neppure per una nocciolina, a dimostrazione che l’alimentazione contemporanea è soprattutto basata su alimenti raffinati.
Le quattro categorie sono così suddivise:
Nel primo gruppo ci sono prodotti non trasformati o minimamente trasformati (carne e pesce, frutta e verdura, uova e latte..); nel secondo troviamo gli ingredienti culinari sottoposti a un processo di lavorazione (sale, zucchero, oli vegetali, burro…); nel gruppo 3 gli alimenti trasformati (verdure e legumi in scatola, pasta e pane, yogurt e formaggi…), mentre il gruppo 4 comprende prodotti alimentari e bevande ultra-trasformati (bibite gassate, snack dolci e salati confezionati, molti piatti pronti, prodotti a base di carne ricostituita, gelati industriali…). Nel quarto gruppo sono compresi cibi con molti ingredienti come: zuccheri, oli, grassi, sale, antiossidanti, stabilizzanti, coloranti e conservanti usati per imitare le qualità sensoriali degli alimenti degli altri gruppi e conferire caratteristiche utili alla pubblicità e alla commercializzazione. A questa categoria appartengono i junk food, ossia i cibi spazzatura, in forte crescita tra i giovani e nella popolazione di basso reddito.
Oltre ai rischi e pericoli di tipo tossicologico per questi cibi ultra-trasformati usati in modo eccessivo e non appropriato, sono da considerare gli effetti di questa categoria sul sistema alimentare nel suo complesso e sulla filiera dalla terra alla tavola. Come le bevande a base di cola con le loro marche hanno in parte sostituito la birra e il vino, alla patata fritta è subentrata il brevettato snack salato Pringles e in un prossimo futuro la bistecca potrà essere rimpiazzata dai marchi già brevettati di finte carni e di alimenti industriali prodotti da cellule animali coltivate e di alimenti industriali prodotti da cellule animali coltivate.