Dantedì: l’incontro dell’arte con la Divina Commedia

Salvador Dalì, Dante Alighieri

Giovedì 25 marzo 2021 si celebra il settimo centenario dalla morte di Dante Alighieri e il miglior poeta di sempre con il suo anniversario ha risvegliato dal suo torpore pandemico il mondo della cultura veramente dimenticato per la pandemia. Ma davanti al Sommo Poeta non si può proprio sonnecchiare e sottomettersi alle regole di dpcm che proprio la cultura se la sono dimenticati, Ma Dante non si può dimenticare, nemmeno può farlo una società imbruttita come la nostra. E, infatti, tutte le sfere della “canoscenza” si sono mobilitate per ricordare quel toscano che ci ha portati fin nell’ultraterreno a dare corpo e fisicità a quei regni ultraterreni di cui il cristianesimo parla. Dino Risi voleva fare un film sulla vita del fiorentino, che di fatto ebbe molteplici vite: quella di scrittore, di guelfo impegnato, di amore, di uomo alle prese con una crisi di mezza età. Mise due squadre a lavorare su questo progetto, pensò a Vittorio Gassman per interpretarlo, complice un naso importante come quello tramandatoci dall’iconografia e confermato dalla scienza che dalle ossa custodite a Ravenna ne ha tratto un calco nasuto, e per merito della conoscenza a memoria di ogni canto della Commedia. Tuttavia, dopo due anni, Risi rinunciò al progetto perché Dante “è troppo verboso”.

Ma è anche troppo figurativo. Artisti di ogni tempo ne hanno dato rappresentazione artistica in tutte le declinazioni delle arti.
In pittura, Sandro Botticelli dopo la sua dolcissima e languida Venere che nasce dalle acque, ne abbandona la dolcezza pure troppo affettata per sprofondare nell’Inferno dantesco. Infatti, tra il 1480 e il 1495 esegue 100 disegni danteschi su pergamena per Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici, detto “il Popolano”. I disegni per la Divina Commedia conosciuti sono 92. L’unico completato è quello che introduce i Canti dell’Inferno, cioè La voragine infernale. Risucchiate in un buco nero si vedono anime caricate da corpi grassocci, in balia di diavoli rossi con le costole in evidenza come memento mori e grossi musi animaleschi e inferociti. Solo con il Paradiso stile e tavole sembrano ritrovar la pace e svolazzano le vesti delle madonne.

Clicca qui per vedere la Divina Commedia di Sandro Botticelli.

La pittura continua a rappresentare i tre regni ultraterreni con Gustave Dorè, chiamato alla fine dell’Ottocento a illustrare la Divina Commedia. Le sue incisioni sono di gusto romantico, e offrono una visione epica e drammatica dell’aldilà. È commovente la sua rappresentazione del paradiso dantesco come cerchi concentrici di anime volanti che stanno tutte vicine e isolano in basso Dante e Virgilio che sono condannati a scontare i loro peccati.

Gustave Dorè, il Paradiso di Dante

 

Le tavole sulla Divina Commedia più famose del mondo contemporaneo sono quelle del surrealista Salvador Dalì che opta per un inferno molle nel sogno. Salvador Dalì, il pittore del sogno, realizza 100 xilografie a colori dedicate alla Commedia dantesca corrispondono alla più importante opera illustrativa mai realizzata da Dalí: riuniscono trentatré trittici ognuno dei quali è composto di tre – come la sua fonte di ispirazione, il pittore spagnolo, gioca con il numero 3 che rimanda alla Trinità – tavole riferite rispettivamente al Paradiso, al Purgatorio e all’Inferno danteschi. Le 100 tavole a colori hanno richiesto oltre cinque anni di lavoro per incidere i 3500 legni necessari per imprimere progressivamente i 35 colori di ogni singola tavola, quindi un lavoro davvero complesso che dimostra l’ammirazione fino all’ossessione per il capolavoro in terzine. Le tavole sono state realizzate prevalentemente ad acquerello con interventi a penna per interpretare e reinventare ciò che i versi della Divina Commedia suscitano nel visionario immaginario di Dalí.

Qui il link al video della mostra Ossessione Dalí. Passione, ribellione e lucida follia.
E

E ancora oggi,  700 anni dopo la morte di Dante, la mostra collettiva e itinerante per il Mediterraneo “Suggestioni dantesche: la Divina Commedia illustrata” riunisce oltre 36 opere di 19 artisti. Parte il 10 maggio dal Museo del Fumetto di Cosenza, per poi viaggiare a New York, Roma e Barcellona.

Irene Carbone, Purgatorio II, vv. 10-36, tavola 15.

E, nonostante Risi ritenesse Dante troppo verboso per dedicargli un film, la Cineteca Milano lo celebra in streaming con tre contenuti

imperdibili del proprio archivio: L’ inferno, il primo adattamento cinematografico della Divina Commedia del 1911, che si ispira alle tavole di Dorèe, il film Dante e Beatrice di Mario Caserini (1912) e un rarissimo frammento proveniente dal film “Il Conte Ugolino” (1908), della durata di tre soli minuti, visibile gratuitamente alla sezione Film sul  sito della cineteca dal dal 25 al 29 marzo 2021.

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *