Carne industriale sotto inchiesta
Oggi leggo sulla newsletter de Il fatto alimentare troppi titoli che mi aprono gli occhi su quanto sia poco sano mangiare carne industriale e processata per tutti i trattamenti che subisce:
- Listeria: nessuna correlazione tra gli ultimi due decessi e i würstel contaminati, che fa riferimento ai würstel prodotti dall’Agricola Tre Valli che sono stati collegati dalle autorità sanitarie a tre morti e 71 ospedalizzazioni in due anni, causate dal consumo senza la preventiva cottura, come indicato sulle etichette.
- Le nanoplastiche possono risalire la catena alimentare dalle piante ai pesci
- Listeria, richiamato anche il prosciutto cotto alta qualità di Penny Market
- Listeria, richiamati altri lotti di porchetta di Ariccia. Segnalati anche pesto di finocchietto e mandorle fritte.
So che alcuni titoli comprendono anche prodotti vegetali, ma c’è davvero troppa carne al fuoco per i miei gusti. Chi legge Alimentarmente ben sa che un’alimentazione sana e sostenibile prevede, in primis, di ridurre carne e grassi saturi, bilanciare i nutrienti ed evitare cibi eccessivamente raffinati in favore di una cucina ricca di cereali e vegetali.
D’altronde, uno studio pubblicato su BMC Medicine, che ricostruisce l’impatto di diversi regimi alimentari sulla probabilità di sviluppare un tumore ha esaminato più di 470mila individui registrati nella UK Biobank, e i risultati hanno messo in evidenza uno stretto legame tra dieta vegetariana e ridotto rischio di tumori di ogni tipo. Ma anche un’alimentazione a base di pesce o con una ridotta quantità di carne protegge dai tumori del colon, della mammella e della prostata.