Il clorpirifos danneggia il cervello. Ora tocca all’Ue bocciarne l’autorizzazione
Il biologico mi è stato fortemente raccomandato da tutti gli oncologi e medici che mi hanno visitato perché bio è meglio, soprattutto per quanto riguarda i legumi. È vero che i prodotti biologici costano di più, ma guadagniamo in salute e sapore. Di glisofato vi ho già parlato ampiamente, ma ora ho scoperto l’esistenza di un altro insetticida, il clorpirifos, già vietato in 8 paesi europei (Germania, Danimarca, Finlandia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Slovenia, Svezia – e da poco anche in Svizzera, mentre in Francia attualmente è autorizzato solo nella coltura degli spinaci), ma il cui uso è autorizzato in Italia.
Mi sono imbattuta nel clorpirifos perché danneggia gravemente proprio l’organo che il cancro mi ha aggredito. Questo insetticida, infatti, è considerato neurotossico ed è ritenuto un potente interferente endocrino, ha la capacità di ridurre di 2,5 punti il quoziente intellettivo di un bambino europeo. È stato il giornale francese Le Monde a svelarne gli effetti dannosi: “Nato per sostituire il Ddt e i suoi effetti deleteri nel 1965, il prodotto della statunitense Dow Chemical danneggia in effetti il cervello dei bambini in modo irreversibile. Le prove scientifiche sono ora così travolgenti che, secondo informazioni da Bruxelles, la Commissione europea si sta preparando a proporre la messa al bando dal mercato”.
La notizia è stat ripresa da El Confidential con il titolo L’UE vieterà nel 2020 il pesticida più utilizzato in Spagna a causa del suo pericolo per la salute. Niente giornaloni per l’Italia, dove la notizia – caso vuole – è comparsa su testate indipendenti, come Il fatto alimentare, Il salvagente
e poche altre testate.
Già negli anni Novanta la neurotossicità del clorpirifos era stata sottovalutata da uno studio condotto sui topi negli Usa dal colosso dell’agrofarma Dow (oggi DowDuPont), che conteneva degli errori che hanno portato a ritenere questo fitofarmaco poco dannoso per l’uomo. E quindi ottenne le autorizzazioni all’uso da parte delle autorità di controllo americane ed europee.
Bisogna aspettare il 16 novembre 2018 perché l’emittente Environmental Health riveli i risultati della ricerca svedese “Safety of Safety Evaluation of Pesticides: developmental neurotoxicity of chlorpyrifos and chlorpyrifos-methyl” che riporta nelle conclusioni: “Nel nostro esame dei dati grezzi su un pesticida prominente, clorpirifos, e un composto correlato, sono state scoperte discrepanze tra le osservazioni reali e le conclusioni tratte dal laboratorio di prova nella relazione presentata per l’autorizzazione del pesticida. Queste osservazioni sono molto pertinenti alla luce delle attuali sfide giuridiche per il mantenimento dell’uso di clorpirifos negli Stati Uniti e della valutazione in corso dell’attuale approvazione nell’UE. Anche se i nostri risultati non possono essere generalizzati, suggeriscono l’esistenza di distorsioni nella segnalazione di studi di tossicità sponsorizzati dall’industria. La prevalenza di tale pregiudizio merita un ulteriore esame. Le attuali procedure di valutazione dei pesticidi potrebbero dover essere modificate per garantire che il pubblico non sia esposto a sostanze che possono danneggiare la salute umana, ad esempio commissionando gli studi di tossicità richiesti tramite le autorità di regolamentazione”.
Le Monde spiega bene le distorsioni rilevate: “Per valutare l’effetto del clorpirifos sul cervello dei ratti in gestazione, l’azienda ha calcolato la media dell’effetto prodotto su tutte le regioni del cervello analizzate, correlate all’effetto sul peso del cervello. Un vero gioco di prestigio: considerare solo l’effetto medio ha la conseguenza di mascherare l’impatto su specifiche regioni del cervello. Non soltanto. I ricercatori hanno notato anche che a tutte le dosi di esposizione, il cervelletto degli animali perdeva notevolmente di spessore. Dati che sicuramente indicano che il clorpirifos è sicuramente tutt’altro che poco dannoso per l’uomo. L’ultima parola ora tocca alla Ue”.
Il periodo di approvazione del clorpirifos termina a gennaio del 2020 e la domanda di rinnovo dei produttori è attualmente al vaglio della revisione tra pari prevista dal sistema UE per l’approvazione dei pesticidi. Nel frattempo mangiamo bio.