Alimentazione anticancro secondo la Fondazione Veronesi
Leggiamo e riportiamo tale e quale la dieta per la cura e la prevenzione dei tumori secondo la Fondazione Veronesi.
Da Elena Dogliotti – Fondazione Veronesi, “Quale alimentazione seguire per ridurre i rischi di contrarre un tumore? Risponde Fondazione Veronesi“, articolo apparso su www.huffingtonpost.it il 26 /10/2017.
A oggi, il mondo scientifico è concorde nel considerare “una corretta alimentazione” e un “adeguato livello di attività fisica” come forme di prevenzione e/o trattamento, insieme al tradizionale approccio farmacologico, per molte patologie croniche. E questo vale anche per varie forme di tumore.
Le buone abitudini
In concreto, dunque, cosa può aiutarci a ridurre il nostro rischio di ammalarci? Da una parte un’alimentazione moderata, bilanciata e completa di macro e micronutrienti, che dia ampio spazio a verdura e frutta, prediliga i cereali integrali, legumi e pesce, scelga olio extravergine come condimento principale, limiti il sale, i dolci, le carni rosse e conservate, così come i latticini a elevato contenuto di grassi e gli alcolici. Dall’altra parte la pratica di almeno 30 minuti al giorno di attività fisica moderata per cinque giorni la settimana.
Queste buone abitudini, infatti, risultano migliorare alcuni marcatori biologici correlati alle differenti patologie. Ciò accade attraverso una serie di meccanismi diversi, legati al mantenimento di un peso nella norma, al sistema immunitario e all’influenza dell’ambiente sul DNA (epigenetica). In questo modo l’alimentazione e l’attività fisica vanno a diminuire non solo il rischio di incorrere in determinate patologie ma anche la probabilità di recidive, influendo a livello fisico ma anche psicologico e “sociale”.
L’impatto sul rischio-tumore
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, il 40% circa di coloro che si ammalano di cancro in tutto il mondo avrebbe potuto evitare o allontanare il rischio di malattia, se avesse seguito una alimentazione sana. Riuscendo a ridurre l’incidenza del tumore addirittura del 30%. I tumori maggiormente correlati con l’alimentazione sono quelli che interessano l’apparato gastro-intestinale, ma anche i tumori della mammella e quelli della prostata risultano dipendere in modo significativo da quello che mangiamo. Gli alimenti in quanto tali non sono direttamente la causa di tumori, ma l’abitudine ad assumere quantità eccessive di determinati cibi (ad esempio quelli ricchi in grassi saturi e in zuccheri semplici) e associarli fra loro, insieme a metodi di cottura errati, influiscono negativamente sulla nostra salute.
Quando il cibo è un alleato
L’alimentazione fa dunque parte in modo sostanziale della prevenzione primaria, ma non solo nei termini di “evitare ciò che fa male“. Molti alimenti, in particolare di origine vegetale, sono fonti di molecole che hanno la capacità di interferire con processi coinvolti nell’insorgenza e nella progressione dei tumori, compresi i tumori della mammella. Nella maggior parte dei casi, l’innesco della trasformazione tumorale è provocato da proteine specializzate, alcuni enzimi. Il progresso della farmacologia ha permesso di individuare alcuni farmaci che agiscono proprio bloccando l’innesco di questi enzimi. Anche sostanze naturali contenute nei cibi possono svolgere una funzione analoga; è il caso, per esempio, della genisteina, una molecola contenuta nella soia che ha elevata somiglianza strutturale con l’estradiolo, ormone sessuale femminile, motivo per cui viene definita fitoestrogeno. Grazie alla sua somiglianza la genisteina può occupare i recettori per gli estrogeni, riducendo gli effetti biologici potenzialmente dannosi di questi ormoni, come la crescita eccessiva di certi tessuti tra cui quello della mammella.
La soia quindi, in particolare i fagioli edamame, risulta fra gli alimenti maggiormente protettivi. Tutti i vegetali contengono composti fitochimici, ovvero molecole che permettono alle piante di difendersi da danni ed infezioni. La scienza ha dimostrato che molti di tali composti interferiscono con diversi processi implicati nella formazione dei tumori. Alcuni esempi, oltre alla citata genisteina, sono le antocianine dei frutti di bosco, il sulforafano e l’indolo dei broccoli e cavoli, l’acido ellagico delle fragole, le catechine del the verde e del cioccolato fondente, il licopene del pomodoro, il diallil solfuro dell’aglio.
I loro effetti vanno da quello antiossidante ed antiinfiammatorio, a quello antiproliferativo (limitano la moltiplicazione e organizzazione delle cellule cancerose), antiangiogenico (frenano la formazione dei vasi sanguigni nel tumore) e antimetastatico (contrastano la disseminazione delle cellule tumorali nell’organismo).
E chi è in cura per tumore?
Per quanto riguarda i tumori femminili l’alimentazione non è solo un’arma preventiva, ma assume per chi è in cura o per chi ha avuto in passato diagnosi di cancro una valenza di terapia. Può rafforzare l’efficacia dei farmaci e ridurne gli effetti collaterali. Esistono infatti studi che rilevano una percentuale più alta di sopravvivenza e riduzione del rischio di recidiva, oltre che un miglioramento di tutti gli aspetti psicologici legati alla malattia (ansia, depressione, calo della libido ecc.) nelle donne che seguono un regime alimentare corretto e praticano regolare attività fisica.
Per approfondimenti vai su www.fondazioneveronesi.it