Il mondo della cucina mangiato dallo spettacolo
Un sentore di quanto il mondo della cucina sia stato alterato e raffinato è, secondo me, manifesto attraverso la critica gastronomica, dove i cuochi sono chef e i loro piatti sono tutti gourmet, francesismi che servono per giustificare prezzi astronomici sì e non gastronomici. Non si parla più di cucina, tantomeno di cibo, ma il termine da usare è food, oggi La prova del cuoco dovrebbe chiamarsi La prova dello chef. E giù a prezzi astronomici in cambio di stelle, forchette, cappelli. E ancora, se proprio intendi usare il termine cucina, allora mettici alta davanti. I ristoratori che qui non hanno trovato uno straccio di lavoro e si sono dunque trasferiti all’estero sono diventati ambasciatori del gusto. Non ci sono più esposizioni ambulanti di prodotti locali e della tradizione, ma Saloni della gelateria, pasticceria, panificazione artigianali e caffè. Il bar è il bistrot. E il pizzaiolo? Chi? Chi è il pizzaiolo? Quanta trivialità per definire i pizzachef! Se è pure kebabbaro è il kebab chef? Va bene che la pizza è diventata patrimonio dell’umanità, ma non vi sentite ridicoli?
Non soltanto i loro piatti sono raffinatissimi e anni luce distanti da una cucina che intenda essere naturale, ma anche il vocabolario loro riferito è diventato ipocritamente e fastidiosamente raffinato. Io li trovo ridicoli se non patetici.
E tutti questi chef per mostrarsi all’avanguardia, se non addirittura innovativi, con le loro proposte culinarie devono necessariamente appellarsi alla tradizione, perché è cool. E allora Carlo Cracco apre il suo nuovo ristorante in un’antica segheria e ne mantiene tutti gli elementi originali, dai muri, al pavimento, ad alcuni strumenti di lavoro, attraverso un recupero architettonico conservativo.
L’alimentazione al giorno d’oggi ha sempre maggiore necessità di fama, successo e necessità di emergere.
E quindi il mondo della gastronomia sta ogni giorno più sotto le luci della ribalta e la cucina è sempre più spettacolo, basti pensare che non si contano più i programmi di cucina. E così non si sa più cosa inventare: basta gare di cucina in tutte le salse e le classiche videoricette, la soluzione la dà Alessandro Borghese, il quale nel suo nuovo programma Kitchen Sound la ricetta la dà prima in video poi facendola cantare a un rapper: rido per non piangere! D’altronde il conduttore non è stato certo scelti per meriti culinari, dal momento che, dopo aver frequentato l’International School di Roma, ha svolto in ambito gastronomico soltanto il ruolo di lavapiatti su una nave da crociera! Ma, luci a illuminare il palco: è figlio di Barbara Bouchet e dell’imprenditore Luigi Borghese. e il suo modo di parlare fornisce spunti meravigliosi alla satira.