L’efficacia dell’Artemisia nella cura del cancro
È dimostrata la sua efficacia contro la malaria, si studia quella contro il cancro. Eppure soprattutto in rete è diffusa la voce che l’Artemisia sia efficace nella lotta contro il tumore. Provate a googlare il termine e capirete che si tratta di una vera e propria star della rete. Sono innumerevoli le testimonianze dei miracolati dalla sacra pianta, scemi tutti gli altri a sottoporsi a sedute di radio e chemioterapia! E anche qui su Alimentarmente, alcune lettrici l’hanno segnalata per l’utilità. Quindi mi sono documentata. Fondamentale per tali convinzioni è lo studio del dipartimento di Bioingegneria di Seattle dal titolo Effetti della olotransferrina marcata con artemisina sulle cellule tumorali, secondo cui l’Artemisinina reagisce con il ferro per formare radicali liberi che uccidono le cellule, e assorbendo quelle cancerose ferro, queste sono più sensibili all’artemisina. E subito il mondo del web ha rifornito i suoi negozi online di artemisina in tutte le forme: tisane, tinture, idroliti, integratori di ogni tipo. Ma badate bene, un alimento mantiene le sue proprietà soltanto nell’alimento stesso, poiché funzionano in in sinergia con le altre caratteristiche dello stesso alimento. Ma online si può reperire anche il punto di vista in merito a questa erbacea di importanti istituzioni impegnati sulla cura delle patologie oncologiche. Su tutti l‘Istituto nazionale dei tumori di Milano che sostiene:
In merito all’utilizzo dell’Artemisia Annua come farmaco antitumorale, si può dire con certezza che, in esperimenti in vitro, uno dei suoi principi attivi, l’artemisinina e i suoi derivati, hanno dimostrato un effetto tossico sulle cellule tumorali e che questa classe di farmaci è utilizzata come trattamento della malaria con un profilo di tossicità estremamente favorevole. Alcuni ricercatori dell’Istituto Nazionale dei Tumori sono direttamente coinvolti nella valutazione di un altro principio attivo dell’Artemisia Annua, la diidroartemisinina, e del suo ruolo antineoplastico valutato per ora sempre su modelli preclinici: i risultati sono convincenti ed è in corso di preparazione una pubblicazione scientifica.
In merito all’uso clinico i dati disponibili in letteratura sono limitati a un solo studio cinese in pazienti affetti da tumore del polmone “non a piccole cellule” che ha confrontato l’utilizzo di chemioterapia (cisplatino e vinorelbina) in combinazione o meno con artesunato (un derivato semisintetico dell’artemisinina) e qualche case report con diversi preparati e vari dosaggi, in combinazione con differenti trattamenti chemioterapici in neoplasie con varia eziologia. Lo studio cinese, purtroppo, non ha dimostrato che l’aggiunta di artesunato modifichi la durata della sopravvivenza dei malati e i case report sono molto difficili da interpretare e hanno scarso valore per la generalizzazione di una cura. In pratica, a oggi non esistono studi clinici che possano darci informazioni di quello che l’Artemisia Annua e i suoi derivati producono nell’uomo, sia come tossicità sia come efficacia antineoplastica.
E conclude asserendo:
In sintesi, per informare correttamente i cittadini e i pazienti, al momento attuale possiamo dire che:1. i modelli preclinici ci fanno considerare artemisinina una molecola promettente in patologie selezionate;
2. l‘emivita di questi farmaci (ovvero la “sopravvivenza” del principio attivo all’interno dell’organismo) è molto breve, al punto che come farmaco antimalarico è necessario somministrarlo in combinazione a un altro trattamento perché sia effettivamente efficace;
3. la dose utile come farmaco antineoplastico nei modelli in vitro è molto superiore a quella utilizzata nei preparati antimalarici;
4. i diversi preparati di Artemisia Annua hanno diverse emivite e diversi profili di distribuzione e tossicità;
5. non sappiamo quale sia la vera percentuale del principio attivo presente nelle differenti formulazioni di Artemisia Annua disponibili online o nelle erboristerie;
6. non esistono studi clinici validi che dimostrino l’efficacia e la sicurezza di questi preparati nell’essere umano.
Detto in parole semplici, non conosciamo ancora che tipo di prodotto scegliere, quale dose abbia una risposta antitumorale nell’uomo e con quali effetti collaterali, dunque siamo ancora lontani dal poter affermare con certezza che l’artemisinina e i suoi derivati siano utilizzabili con sicurezza nell’uomo e veramente utili nel trattamento dei tumori.Queste sono le ragioni per cui nessun medico oncologo e ricercatore può consigliare una dose, un preparato specifico e una schedula di somministrazione dell’Artemisia Annua che possa essere, su solide basi scientifiche, efficace e sicuro. Inoltre, le interazioni con alcuni farmaci biologici o chemioterapici non sono completamente note quindi si sconsiglia vivamente, ai pazienti che fossero in trattamento con terapie standard, l’assunzione di parafarmaci o prodotti erboristici a base di Artemisia Annua senza informare i medici curanti. Esistono invece molte opzioni di cura nell’ambito di sperimentazioni cliniche già in corso presso l’Istituto Nazionale dei Tumori con farmaci promettenti, ma anche in questi casi bisogna essere coscienti che il concetto di sperimentazione, se da una parte rappresenta una speranza, dall’altra implica un’incertezza e non una sicurezza.