Carcinoma mammario:alimentazione e sport contro le recidive

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Che ci sia una relazione tra cibo e rischio di tumore è testimoniato da un’ulteriore studio presentato a Roma al convegno “Carcinoma mammario, traguardi raggiunti e le nuove sfide”. Lo studio su 3mila pazienti ha evidenziato che un consumo eccessivo di grassi alza del 24% il rischio di recidiva di tumore mammario, un fenomeno legato all’incremento dei livelli di insulina, spiega Alessandra Fabi dell’Oncologia Medica 1 dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma. Nel regime alimentare delle malate di cancro alla mammella prese in esame, l’introito calorico quotidiano era rappresentato per più del 28% da grassi di origine vegetale e animale. La ricerca ha dimostrato l’efficacia dei consigli dei medici per modificare il tipo di alimentazione, con i migliori risultati nelle donne che presentavano una circonferenza addominale superiore a 88 cm”. È dimostrato il ruolo degli stili di vita sani nella cosiddetta prevenzione terziaria, che mira a evitare il ritorno della malattia. E conta anche praticare attività fisica: “Uno studio osservazionale, condotto in Italia dall’Istituto Regina Elena – continua Fabi -, ha considerato pazienti che praticavano il dragon boat, cioè un particolare tipo di rawing. In questo gruppo l’incidenza del linfedema, cioè del gonfiore del braccio, era solo del 4%, con un netto miglioramento dello stato emotivo. È la dimostrazione dell’impatto dell’attività sportiva su uno dei più frequenti effetti collaterali a lungo termine delle terapie”. Bastano 150 minuti di attività fisica a settimana (ad esempio camminata veloce o giardinaggio) per ridurre del 25% la mortalità per tumore della mammella nelle pazienti che hanno già ricevuto la diagnosi rispetto alle sedentarie. E ingrassare di 5 Kg può incrementare fino al 13% la mortalità per la neoplasia”. Infine, si è discusso del tabagismo. Le donne che hanno abbandonato questo vizio, ma che in passato hanno fumato da 20 a 35 sigarette presentano un rischio di ricomparsa di carcinoma della mammella del 22%, del 37% per le fumatrici di più di 35 sigarette e, addirittura, del 41% per coloro che non hanno mai smesso. Ma in quello che è il tumore più diffuso tra le donne, non mancano le buone notizie: non è raro, infatti, trovare pazienti con malattia metastatica vive anche oltre 10 anni dalla diagnosi. “Oggi abbiamo molte armi a disposizione per combattere la malattia, dalla chemioterapia all’ormonoterapia alle terapie target fino all’immunoterapia. Pazienti che si lasciano la malattia alle spalle e tornano alla vita di prima, spesso senza abbandonare i comportamenti scorretti, dal fumo, alla sedentarietà fino alla dieta sbagliata. Infatti, solo l’11% delle donne guarite incrementa l’attività fisica, appena il 15% sceglie una dieta più sana”, afferma Stefania Gori, presidente AIOM (Associazione italiana di Oncologia medica) e direttrice del dipartimento oncologico, IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria-Negrar.

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