La patata e le solanacee

Prima della malattia, e ancora oggi, impazzivo per le patate, cucinate in ogni modo. Dopo la malattia ho chiuso con tanti alimenti, il cui divieto non mi ha mai disturbato, ma le patate sono una perdita insuperabile. Insomma, toglietemi tutto, ma non le patate. E i dolci… quel che più mi sconforta è che posso mangiare verdure a volontà, eccetto proprio le mie preferite: patate e melanzane. E invece no: la patata non è una verdura, bensì un tubero reso commestibile previa cottura. E non soltanto non possiamo consumarle a volontà, ma dobbiamo bandirle del tutto dalla dieta. Perché sono solanacee, così come pomodori, peperoni, melanzane, anch’essi vietati.
La solanina è una tossina naturale sviluppata dalla patata contro funghi e parassiti (alcaloide glicosidico), che può rendere la patata poco digeribile e fastidiosa per l’uomo. Per chi si ostinasse a mangiarle, è importante sempre consumarle cotte e mai germogliate, in quanto proprio nel germoglio si accumula maggior quantità di solanina. Vanno scartate abbondantemente anche le parti verdi. Ma è meglio non consumarne affatto e perché no, se proprio non se ne può fare ameno, preferirle il topinambur!

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