Betacarotene: tutte le proprietà dall’alfa all’omega
Io mangio le carote crude a merenda tutti i giorni e spesso in insalata. Ne vado matta, ma soltanto crude, cotte non riesco proprio, anche se sarebbe meglio consumare leggermente cotti, quegli alimenti che contengono betacarotene. D’estate mi piace in estratti di frutta o frullati con mela e zenzero. Sono i più noti ortaggi a contenere betacarotene, che è un carotenoide, ossia uno dei pigmenti vegetali (di colore rosso, giallo e arancione), infatti, conferisce ad alcuni frutti e ortaggi il classico colore arancione, come a carote e zucca, precursori della vitamina A. Non soltanto carote, ma anche albicocche, meloni, zucca, patate dolci, kaki, arance, peperoni rossi, pomodori, anguria e verdure a foglia verde come spinaci, bietole, crescione, cicoria, lattuga, verza e broccoli.
Come tutti i caroteinoidi, il betacarotene è liposolubile,sensibile alla luce e al colore, viene convertito in vitamina A, all’interno del piccolo intestino e va poi a depositarsi nel fegato che provvederà a rilasciarlo poco alla volta, in base alle esigenze dell’organismo.
Essendo antiossidante, contrasta i danni da radicali liberi, L’ossidazione è un processo alla base di infiammazioni, carcinogenesi, danni da radiazioni, invecchiamento.
Il betacarotene previene le malattie cardiovascolari, contrasta la bronchite e le difficoltà respiratorie nei fumatori. In particolare, uno studio olandese del 1999 ha mostrato una correlazione diretta fra l’assunzione di beta carotene e la riduzione del rischio cardiovascolare, attribuendo tale effetto al potere antiossidante di questa molecola.
Per i pazienti oncologici due sono le proprietà più benefiche: stimola lo sviluppo del sistema immunitario e ne modula l’azione, ottimizzando la sua risposta in caso di infezioni.
Come dimostrano alcuni effetti, è antiepilettico. Effetto dovuto alle proprietà antiossidanti di questa molecola, in quanto nella genesi dell’epilessia lo stress ossidativo gioca un ruolo fondamentale.
Previene le complicazioni cliniche nelle donne ad alto rischio di tumore al seno.
Riduce il carcinoma ovarico nelle donne post-menopausa.
Quante volte vi hanno detto che la carote fanno bene agli occhi? Vero, perché previene la cataratta e le patologie della macula dell’occhio, poiché una volta nell’organismo si converte prima in retinolo e poi in acido retinoico, utile per lo sviluppo delle cellule e la cui carenza può portare a disturbi come la secchezza della cornea.
Altra proprietà comunemente nota è la capacità di questa molecola di proteggere la pelle dai raggi ultravioletti, potenziando gli effetti dei prodotti utilizzati come schermi solari. Dà un importante contributo anche per accrescere la produzione di collagene, la proteina fondamentale per dare tono ed elasticità alla pelle, ritardando la comparsa delle rughe.
È utile nei casi di impetigine, per la cicatrizzazione delle piccole ferite.
Innumerevoli sono, dunque, i benefici, tuttavia molti altri studi sono stati focalizzati sui possibili effetti pro-ossidativi di questa molecola. Sembra, infatti, che ad alti valori di pressione di ossigeno e in condizioni di elevati dosaggi (dovuti principalmente a sovradosaggio di integratori, il cui uso Alimentarmente sconsiglia) il betacarotene perda le sue proprietà antiossidanti e mostri invece proprietà opposte e che ciò avvenga a causa della sua struttura molecolare. Inoltre sono controversi i suoi effetti anticancro in soggetti fumatori, alcuni studi dimostrano, infatti, che in soggetti fumatori che abbiano fatto un uso prolungato di beta carotene attraverso integratori, il rischio di sviluppare cancro ai polmoni aumenti a causa di una combinazione di fattori. In individui non fumatori con adeguati dosaggi di beta carotene e vitamine C ed E gli effetti sono invece benefici.
La vitamina A, di cui il betacarotene è precursore, è di notevole aiuto nella prevenzione e nel trattamento della forfora e dei capelli secchi e sottili, incoraggiandone la ricrescita. Previene la forfora, è indicato contro capelli secchi e sottili, incoraggiandone la ricrescita.
Riduce il rischio di morte associato alla gravidanza.