Non cerchiamo il pelo nell’uovo

Non parlo mai di uova perché mi ha sin da piccola fatto impressione che l’uovo altro non è che un pulcino mai nato. È una delle principali questione etiche che mi hanno spinto al veganismo già prima della malattia e del cambio di dieta. Anche se non sapendo che la crema pasticcera fosse fatta con le uova, l’ho sempre apprezzata e mangiata con soddisfazione, finché non me l’hanno fatto notare. Insieme con il fatto che le uova sono affatto inutili e persino dannose!


Il vero orrore non è che l’uovo sia un embrione, ma il trattamento dei pulcini da parte dell’industria di produzione di galline ovaiole, spietata con i pulcini maschi che inutili ai fini della produzione, vengono gettati vivi nel tritacarne, mentre le femmine vengono sbeccate per non farle ferire quando cresceranno e impazziranno per le condizioni in cui sono coSTRETTE all’interno di gabbie microscopiche con i figli. Vengono sfruttate per due anni per produrre uova e poi uccise. Vi risparmio il video perché è davvero straziante.
L’allevamento intensivo delle galline ovaiole, inoltre, danneggia l’ambiente, basti pensare che, sostituendo una frittata o omelette al prosciutto con una frittata a base di farina di ceci e patate, il nostro impatto ambientale è di 5 volte inferiore. In questi allevamenti, le galline vivono in capannoni che non vengono mai puliti e l’aria è irrespirabile per l’ammoniaca che esala dagli escrementi. Perdono le piume per lo stress e lo sfregamento contro le sbarre; soffrono di osteoporosi perché per produrre così tante uova (25 volte più che in natura) consumano il calcio del loro stesso corpo e sono colpite da malattie, quali cancro alle ovaie, peritonite, intestino che fuoriesce dal corpo, fegato grasso.

Io ancora spero in un futuro in cui l’uomo non sia più il padrone assoluto di questo pianeta, ma una parte del tutto. Un futuro in cui l’uomo possa vivere in armonia con il creato e tutti gli esseri.

Tutta questa sofferenza ha ancora meno senso se si considera che le uova sono inutili perché in cucina non servono mai, se si impara a sostituirle nelle ricette tradizionali. Si usano per lo più come legante, persino nella pittura a tempera, ma in realtà non sono necessarie: tutti i dolci tradizionali si possono realizzare senza uova, così come crepes e pseudo – frittate.
Vi ricordate i vice? Nei dolci potrete sostituire ogni uovo con 2 cucchiai di fecola o maizena + 2 cucchiai d’acqua, oppure 1/4 di tazza di yogurt di soia o di composta di mele.
Per ogni uovo, la punta di un cucchiaino di lievito in polvere o 3/4 di cucchiaino di bicarbonato e 1 cucchiaio di aceto di mele.
O ancora una tazzina di acqua con 2 cucchiaini di malto disciolti.
Un cucchiaio di semi di sesamo tritati diluiti in acqua.
Persino il solo albume d’uovo – per la preparazione, ad esempio, delle meringhe – può essere sostituito dall’aquafaba, ossia l’acqua di lessatura dei ceci.
Inoltre, esiste un sale chiamato Kala Namak (o sale nero indiano) che ha il sapore solforato tipico delle uova e che si può aggiungere alla frittata di ceci, o al tofu, per ottenere un piatto con un gusto che ricorda moltissimo quello delle uova.
Perino per la maionese le uova non servono! Presto vi do la ricetta!


Poi l’uovo è considerato dannoso perché è pieno di grassi e colesterolo ed è la principale fonte di batteri che causano intossicazioni alimentari.
Le uova sono ricche di colesterolo che intasa le arterie: il 70% delle loro calorie proviene dai grassi, in gran parte grassi saturi – che sono i cosiddetti “grassi cattivi” – , e ogni uovo contiene 200 mg di colesterolo e per raggiungere questa quantità si dovrebbero mangiare tre etti e mezzo di prosciutto cotto, tanto per fare un paragone. Grassi saturi e colesterolo sono tra i maggiori responsabili dell’aterosclerosi, che causa infarti e ischemia cerebrale.
Pur essendo inutili, aumentano il carico di proteine da smaltire: proteine che sono l’unico nutriente che contengono e in qualsiasi dieta si assumono più proteine di quelle che ci servono, quindi vanno evitate, non cercate.
Diffondono il batterio salmonella, che prospera nel guscio poroso delle uova, dato che esse provengono da allevamenti affollati in cui le condizioni igieniche sono pessime. La salmonella causa intossicazioni alimentari, con sintomi quali diarrea, vomito e crampi addominali; ma nelle persone con ridotte difese immunitarie può causare condizioni anche molto serie.


Per chi non riesce a fare a meno della uova, il consiglio è di acquistarle da cascine o contadini di fiducia di sui conosciamo i metodi di allevamento, oppure al supermercato scegliere sempre quelle biologiche, identificate con il numero 0,che marchia le uova da galline che vivono in capannoni che dispongono di un pascolo esterno, in prato verde in cui sono libere di razzolare, nutrendosi di vermetti, insetti, semi che trovano nel terreno e soltanto di mangimi certificati biologici senza OGM; mai acquistare quelle marchiate con il numero 3, ossia in gabbie di 750 cmq con 4/5 galline e luce artificiale forzata, senza mai poter uscire, a meno che non siate dei sadici.

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