Pesce preferito quello fresco con un occhio di riguardo ai benefici e all’aspetto

Per il mio sgarro di Natale ho chiesto in regalo il risotto al nero di seppia, non riso integrale, proprio quello brillato, tutto amido. Il brodo sarà di verdure di stagione, di cui mi riserbo una tazza da bere d’un sorso. La seppia è di stagione e, prendendola dal mio pescivendolo di fiducia sarà freschissima. Gli sgarri sono già finiti, limitati al riso brillato e alla quantità di consumo di pesce alla settimana, che anziché limitare a due volte, estendo a tre. Il pesce, poi,  sarà il sovrano assoluto della tavola. Oggi dal mio commerciante di fiducia c’era una fila serpentone di cui non si vedeva la fine. E tanti volevano i tradizionali capitoni o anguille. Io soltanto a vederle strisciare in due dita d’acqua, mi sentivo crudele per il mio sgarro. Ma il rammarico è durato un batter d’occhio. Anch’io voglio godermi il pranzo di Natale, mettendo da parte anche le questioni etiche, della serie a Natale sono più cattiva. Da un’inchiesta di Unione nazionale dei consumatori è risultato che il pesce è preferito dal 70% degli utenti per le proprietà benefiche, dal 66% per il gusto. La preferenza per l’acquisto dipende principalmente dalla provenienza (66%) e dall’aspetto (63%). Deterrenti d’acquisto sono, invece, bando alle questioni etiche, il prezzo (indicato da 32 consumatori su 100) e il poco tempo a disposizione da dedicare alla preparazione di questo alimento (31% delle scelte). “Un dato questo – commenta Massimiliano Dona, presidente dell’UNC – che evidenzia come prezzi e tempo siano due variabili che oggi più che mai incidono fortemente sul comportamento di consumo delle persone. Basti pensare -conclude il presidente dell’UNC- che proprio il prezzo conquista il podio, al terzo posto con quasi il 50% delle preferenze, tra le variabili che maggiormente orientano le scelte di acquisto”. Dal sondaggio è emerso, inoltre, che più del 40% degli intervistati consuma 2-3 volte a settimana il prodotto ittico. Inoltre -prosegue Segretario Generale di Assoittica Italia, Giuseppe Palma– insieme all’Unione Nazionale Consumatori “dovremmo aumentare sempre più questa percentuale, perché l’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) suggerisce di mangiare almeno 2 pasti a base di pesce a settimana se non 3-4 in ragione dei notevoli effetti positivi che un’alimentazione ricca di prodotti ittici porta per la salute”.

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Una risposta

  1. 19 Dicembre 2019

    […] base per preparare le crespelle veg, ma a me piace “tingerle” con il nero della seppia, che potete acquistare dal pescivendolo e aggiungere alla fine nel composto. Lasciare riposare la pastella in frigorifero per almeno […]

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