Corri , ragazzo quaggiù: correre fa bene al cervello

Umberto Boccioni, Quelli che vanno

Non mi piace affatto correre, ma ho spesso usato la corsa come esercizio fisico per mantenermi in forma. Non mi piace perché non ho abbastanza fiato e spesso mi viene mal di schiena, probabilmente perché mi alleno male. Il riscaldamento in palestra mi tocca anche su tapis roulant.
Io amo, invece, camminare perché mi permette di riflettere e guardarmi intorno senza osservare scie colorate, ma particolari naturali o artificiali gustosi.
Tuttavia, forse per la mia indole da bastian contrario, quando, sotto pandemia, tutti se la prendevano con i runners, io avevo una voglia smodata di correre sul naviglio e ho difeso i runners elencando le mille virtù che ha questo esercizio fisico: è utile praticarla non soltanto perché ci tiene in forma – in paticolare, un allenamento , seguito, mirato e costante permette di dimagrire -, ma anche in quanto aiuta a concentrarsi, vincere lo stress e migliorare l’umore.
I neuroscienziati hanno, infatti, dimostrato numerosi effetti positivi sul cervello.
Un esperimento svolto nel 2018 della West Michigan University ha dimostrato che correre almeno mezz’ora al giorno è associato alla capacità di elaborare meglio le informazioni.
Altri due studi portati avanti della Lithuanian Sports University e della Nottingham Trent University hanno dimostrato invece che correre migliora le performance di alcune facoltà mentali di alto livello fra cui la capacità di mantenere l’attenzione, di passare da un’attività all’altra e risolvere i problemi oltre a disinnescare lo stress.
Agisce sul cervello pure disinnescando i pensieri ricorrenti, spesso negativi, che possono originare forme depressive.

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