Izu si rifà il look in un contrasto raffinatezza/rusticità

Avete presente quando qualcuno ricorre alla chirurgia estetica pur non avendone affatto bisogno? Il mio ristorante giapponese preferito l’ha fatto: l’Izu si è rifatto il look. Il restilyng degli ambienti è durato circa due anni e ora dal soffitto pare piovere pioggia d’oro, che scorre dal bancone bar a mo’ di suggestive cascate. Appena entrata ho pensato alla Danae amata da Giove che le appare sotto forma d’oro, con l’avida servitrice che ne raccoglie un po’.

Tiziano, Danae,
1553-1554. Hermitage.
© Wikipedia

Il nuovo Izu inaugura una serie di eventi speciali nel corso dell’anno con un primo evento “jazz, champagne & omakase” per dare lustro al nuovo corso della cucina giapponese creativa e al design rinnovato in stile contemporaneo.


Purtroppo ha perso le palle lampadari in resina che parevano bruciare e soprattutto i mattoni a vista, progettati da Nisi Magnoni. Rimane, tuttavia, l’inclinazione all’alternanza tra eleganza e rustico grazie all’uso di materiali preziosi, tavoli in legno naturale americano e marmo bianco di Carrara, comode sedute, e un soffitto impreziosito dai 1.250 punti luce che piovono con grande effetto scenografico.
Sono cambiati anche la brigata in cucina e il personale di sala. Con la nuova brigata, il menù di Izu si compone di grandi classici e di nuovi piatti preparati, come sempre, con l’utilizzo di materie prime da tutto il mondo di grande freschezza e rispettose della stagionalità.

La brigata di cucina con al centro Jin Yue Hu


Non cambia la linea della cucina sempre guidata dal suo patron e chef Jin Yue Hu, che dal 1993 crea piatti iconici e innovativi della cucina creativa giapponese, equilibrata in ogni suo aspetto per gusto e benessere, dove si fondono ingredienti di alta qualità e tecniche di ispirazione internazionale.
Insomma, nuova estetica del locale e cucina sono all’insegna del contrasto tra raffinatezza estrema e rusticità genuina, proprio come piace ad Alimentarmente!
Figuratevi che all’osservazione che le bacchette per mangiare stonavano con l’eleganza scintillante perché troppo grezze, Jin ha spiegato che le preferisce di bambù perché, essendo una fibra naturale, non alterano il sapore del cibo preso, come fanno, per esempio, quelle di alluminio: brutte ma buone! Una poetica di contrasti, dunque, senza che mai una caratteristica schiacci l’altra, ma il risultato è sempre l’esaltazione del tutto in perfetto equilibrio.
Non buono, ma eccezionale il menù omasake, ossia che lascia allo chef carta bianca sulla scelta delle pietanze da far servire in tavola. Tutto a base di pesce e verdure con leggerissimi condimenti ( spezie, salsine, peperoncino stagionato) che mai coprono il gusto delle materie prime, ma lo esaltano. Il pesce è ammesso nel regime alimentare macrobiotico due volte a settimana, io ho fatto il pieno!
Nel menù degustato erano presenti tanti altri ingredienti tipici della cucina macrobiotica: già a partire dall’antipasto salmone nori su miso mi ha permesso di mangiare l’alga che ci fa bene per la ricrescita dei capelli e il fermentato miglior rimedio per problemi gatrointestinali e ulcere, grazie al contenuto ricco di proteine ed enzimi vitali. Il salmone è ricchissimo di omega-3 e altri importanti nutrienti, quindi tra i pesci da preferire.
Tuttavia, io che i cavoli li mangio davvero anche a merenda (lo confesso senza vergogna), sono rimasta deliziata dal cavolfiore viola in riso soffiato, sulle crucifere non posso aggiungere altro. Terzo elemento dell’antipasto Gamberi verdure e gazpacho: un piatto rustico e semplice ma – come sempre – arricchito dal piacere del prelibato crostaceo che si scioglie in bocca.


Ricciola Amaebi (altro pieno di omega -3 con uno dei pesci azzurri più prelibati e buoni) e arancia rossa in salsa passion fruit e kumquat (il mandarino cinese) immaginate che piacere per i sensi questa esplosione di arancioni e di profumi agrumati.

Bara chirashi è una delle preparazioni tradizionali e tipiche del sushi giapponese, quella di Izu è fatta con dadolata di salmone, tonno che più rosso non si può in tre qualità di tonno (akami, chu-toro, o-toro) in salsa karashi-miso con chips di alga per un effetto scarpetta che rende omaggio alla tradizione italiana.


La triglia yuba è una preparazione davvero spettacolare, perché a vedersi la triglia (ottima fonte di proteine a elevato valore biologico, acidi grassi polinsaturi omega-3, minerali e vitamine, in particolare fosforo, selenio e vitamine del gruppo B) pare arrotolata nella pasta fillo come spesso si trova nella cucina giapponese, invece è avvolta da cagliata croccante di soia – il caglio della soia fatto colare assume l’aspetto di un groviglio di fili fritti.

Triglia Yuba avvolta da cagliata croccante di soia


Dall’originalità inconsueta il menù torna a ricette tradizionali del giapponese: nigiri e uramaki, sempre impreziositi dal tocco dello chef che contrasta la morbida consistenza del gambero rosso di Mazara del Vallo in tempura con un croccante di stracciatella di astice. su piatto che simula le squame del pesce.


Per finire rombo alla brace con crema di funghi e verdure teppanyaki, ossia anch’esse grigliate.

rombo alla brace con crema di funghi e verdure teppanyaki


Il gran finale è un doppio dessert: una sfera di tiramisù al tè matcha e la crema brulée sopra uno strato di quello che pare cioccolato e invece è marmellata di fagioli rossi azuki, che spesso vengono usati nella cucina macrobiotica per simulare le preparazioni al cioccolato.


La cantina si è arricchita di nuove etichette, sia italiane che estere fra cui champagne, bollicine italiane, sakè e whisky giapponese, oltre a numerose referenze di distillati e gin, e una carta vini che spazia dai vini tradizionali ai vini naturali.

Per prenotazioni ed informazioni www.izumilano.com
IZU MILANO
Corso Lodi 27
Milano
Apertura:
martedì – domenica
12:00-14:30 | 19:00-23:30
lunedì: chiuso
Prenotazioni ristorante: 0259900221
Delivery e Take Away: 334 9166088
j.izu82@gmail.com

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