L’asocialità di una dieta sana

Anche dalle nostre scelte alimentari dipende la nostra salute. A dimostrarlo sono innumerevoli articoli scientifici che hanno messo in evidenza che chi mangia prevalentemente verdura e frutta vive più a lungo e meglio di chi invece predilige cibi di origine animale. Carne, insaccati, zuccheri e sostituti, merendine, bibite che annacquano tonnellate di zucchero e alcool, patatine in busta, fritti, panini ingrassati di affettati e formaggi, grassi vegetali idrogenati, cotture sbagliate e porzioni esagerate, poca o inesistente attività fisica. Conosciamo tutti quali sono gli errori alimentari, ma da solo, neppure l’alimento più dannoso, se consumato con moderazione, ha la capacità di alterare il nostro stato di salute, perché viene mediato dall’azione degli altri alimenti che includiamo giornalmente nella nostra dieta. In uno schema adeguato, abbiamo un buon margine di compensazione per i nostri errori alimentari. Ma il modello alimentare generalmente seguito deve essere sano. Per chi mangia fuori e cerca pietanze salutari è un’impresa scegliere dai menù e si rischia di diventare sempre più asociali perché uscire diventa l’incubo dell’inesistenza del libero arbitrio. Ieri ho provato a fare un aperitivo. Ho chiesto una bevanda senza zucchero. Di solito prendo il tè caldo, ma avendo troppo caldo, ho provato a chiedere un succo di frutta senza zucchero. Cosa? Che poi passi pure tu per rompiscatole, mentre stai facendo una richiesta tutt’altro che insolita. Alla fine mi è toccato prendere un prosecco oltre che occhiatacce del genere Cosa c’è che non va in te? A 33 anni ho avuto un tumore al cervello e ora cerco di prevenire il rischio di recidive, con il cambio radicale di uno stile di vita che seguiva la regola Per ammazzare il tempo mi sconvolgo. Ho dato in passato, ora ho cambiato radicalmente regime alimentare e cerco di mangiare fuori il meno possibile, soprattutto per evitare il junk food. quando ho provato a rimangiare una merendina l’ho sputata, le patatine fritte mi fanno vomitare, ma quante ne ho mangiate al pub per smorzare l’ebrezza di fiumi di birra, amari, prosecchi, vino. Il mio nuovo stile di vita, da tutti i follow up eseguiti pare funzionare. “Non si può migliorare – mi dice sempre la mia dottoressa – l’importante è che la situazione rimanga stabile”. E allora per me quel succo di frutta diventa fondamentale, magari anche soltanto per superstizione, ma lasciatemi il libero arbitrio. Soprattutto quando con il caldo torrido prendere un tè caldo può tramortire. Io comunque ancora non mi arrendo e insisto a chiedere particolari fuori menù.

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Una risposta

  1. 14 Ottobre 2020

    […] soltanto a me, dal momento che nei locali pubblici ho ripreso ad andare da pochi giorni, complice la dieta antisociale che non mi dà più piacere di frequentare bar o pub e ristoranti, anzi  più che un piacere è […]

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